Agostino Ronco, alpinista e titolare negozio specializzato

– Qual è il suo rapporto di torinese con le Alpi?
Sono un assiduo frequentatore delle montagne in estate e in inverno e le discipline che pratico vanno dall’arrampicata allo scialpinismo, dalle camminate alle cascate di ghiaccio e da poco anche la bicicletta. Mi sono reso conto che a prescindere dall’attività che si pratica, la montagna “fa bene” e non c’è modo migliore per ricaricare le batterie.

E’ cambiato nel tempo?
In passato attribuivo molta importanza alla performance: tempo impiegato, dislivello, difficoltà ecc., mentre adesso mi può bastare anche solo trovarmi in mezzo alla natura. Scoprire di avere fatto un buon tempo o di avere superato una certa difficoltà fa sempre piacere però oggi forse preferisco l’osservazione delle meraviglie della natura.

– Ha dei maestri di riferimento?
Non ho maestri, ho dei compagni di avventura, anche se qualcosa da imparare c’è sempre. Non mi dispiace anche andare da solo. In settimana non sempre si trova la compagnia e questo non è un buon motivo per rimanere a casa.

– Qual’è la sua valle o montagna del cuore?
Sono molti i posti dove mi piace ritornare o anche solo rifugiarmi con la fantasia nei momenti in cui il lavoro sembra che prenda alla gola: il vallone dello Chardonnet dopo Nevache per l’ arrampicata, lo scialpinismo e le camminate. In questo periodo credo ci sia una fioritura spettacolare. La Val Badia, Chamonix, la Val di Mello. Sono molto affezionato anche a posti  vicini che sono Rocca Sella e il Gran Bosco, (mi piace moltissimo la camminata che parte da Monfol, sopra Salice).

– Come vede il futuro delle Alpi?
In Piemonte la montagna spesso mette tristezza. Abbandono da una parte e cementificazione selvaggia dall’ altra, quando altrove hanno saputo fare ben diversamente. Senza andare chissà dove basta guardare il Trentino-Alto Adige, la Svizzera, la Francia, l’Austria. Sarebbe molto bello se le montagne venissero di nuovo abitate non solo il fine settimana e durante le vacanze. Trovo terribili le località di montagna a “fine stagione”, quando tutto è chiuso e deserto e questo comunque è il periodo che ha la durata maggiore. Pensare forse ad attività nuove, a lavori che si possono fare usando prevalentemente il computer o alla produzione bio o comunque d’eccellenza.

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