"Ultimata la preparazione del sacco, esco per le vie della città per dar aria alla mia eccitazione. Quasi automaticamente salgo al Monte dei Cappuccini. Sento il richiamo del vento lontano che rende più trasparente il tramonto. Sopra il Gran Paradiso due nuvolette riflettono l'ultimo sole. Sotto di me la città sta accendendo le prime luci... Sono un prigioniero che ha ritrovato la sua libertà"
(Giusto Gervasutti)

La montagna su Grand Hôtel: nuova mostra al MuseoMontagna

La nuova proposta espositiva del Museo Nazionale della Montagna è un viaggio alla scoperta dell’Italia postbellica attraverso le illustrazioni delle copertine di una delle riviste più popolari, dove la montagna diventa luogo di “evasione”.

La mostra “L’Italia di Grand Hôtel, il Sogno e la Montagna” verrà inaugurata giovedì 18 dicembre e resterà visitabile fino al 19 aprile 2015 nelle sale del Museo Nazionale della Montagna. Curata da Silvio Saffirio, riunisce oltre 70 copertine. Dai primi numeri a un’ampia selezione di quelle con soggetto montano. Si tratta di pezzi appartenenti alle collezioni del Museo stesso, che ha potuto realizzare il progetto grazie al sostegno della Regione Piemonte, del programma Torino e le Alpi della Compagnia di San Paolo e alla collaborazione della Città di Torino e CAI.

Nel 1946 Alceo e Domenico Del Duca, proprietari delle Edizioni Universo, lanciano un nuovo settimanale di grande diffusione, con una testata dal segno grafico dinamico e innovativo, opera di Walter Molino, che contribuirà al successo. Alla sua nascita “Grand Hôtel” rappresenta una rivoluzione. Prima c’era la guerra e non c’era niente. Ora la tragedia è alle spalle ma c’è ancora poco, anzi pochissimo. E un nutrimento indispensabile diventano la speranza e i sogni.

“Grand Hôtel” si definisce «settimanale di letture illustrate», dapprima disegnate e, in un secondo tempo, fotografate: i fotoromanzi. Non fu un periodico “femminile” nel senso tipico. Secondo una delle indagini sulla lettura dei periodici effettuata nel 1958, circa il 25 per cento dei lettori erano maschi (raggiungeranno nei tardi anni Settanta circa un terzo del totale), con una sorprendente piccola quota di imprenditori. E andando a caccia di altri luoghi comuni da sfatare, vien bene precisare che “Grand Hôtel” non ebbe diffusione prevalente in campagna, al Sud e in aree socialmente marginali. Della sua tiratura da capogiro che raggiunse 1.200.000 copie, la diffusione maggiore fu al Nord, nelle aree di maggior sviluppo e potere d’acquisto. Con prevalenza dei giovanissimi e della popolazione operaia con scolarità medio-bassa. In questo quadro trova ampio spazio un nuovo sogno, poter trascorrere la vacanza, al mare o ai monti, con prevalenza di quest’ultimi.

Col secondo dopoguerra la montagna si “democratizza”, divenendo accessibile a molti. Sci, bastoncini, slitte, piccozze, scarponi e camicie a scacchi – che puntualmente compaiono anche sulle copertine di “Grand Hôtel” –, si trasformano in simboli di un mondo di sogno. Le sciate domenicali, le comitive organizzate, le serate al calore della fiamma, col necessario complemento di cori, animano quella gioventù desiderosa di vita. Erano quelli i giovani dei tardi anni ’40 e degli anni ’50, usciti dai rifugi antiaerei, dagli incubi del grande conflitto e dalla stretta della fame. Erano piaceri semplici, ma non per questo meno pervasivi. Il senso della libertà, l’inizio della speranza. La montagna offriva spazi e inebriamento di aria pura. Era un sogno ma anche una promessa a portata di mano.

Un volume, edito dal Museomontagna nella collana Cahier – 96 pagine, illustrazioni a colori, in vendita a Euro 15,00, riunisce tutti i “pezzi” della mostra, introdotti e commentati dal curatore Silvio Saffirio e dall’attuale direttore di “Grand Hôtel” Orio Buffo.

Queste emozioni, ormai un po’ fuori dal tempo, si possono ancora raccogliere visitando la mostra, soffermandosi ad ammirare le coloratissime copertine che, a loro modo, hanno scritto una pagina di storia nazionale. Quella dell’Italia di Grand Hôtel, appunto.

Appuntamento a giovedì 18 dicembre per l’inaugurazione della mostra: alle 18 Orio Buffo, direttore di “Grand Hôtel”, dialoga con Silvio Saffirio.

Info: museomontagna.org

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