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Genepì: l’avventura imprenditoriale ad alta quota di sei giovani torinesi

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Sei giovani torinesi tra i 29 e i 25 anni hanno avviato nelle Valli di Lanzo una coltivazione di Genepì per intraprendere una nuova avventura imprenditoriale vicina alla natura: un piano di ritorno e valorizzazione dell’agricoltura di montagna, mirato, oltre che alla produzione, alla realizzazione di un progetto di vita.

Sei giovani con storie e professioni diverse e una comune passione per la montagna hanno avviato nelle Valli di Lanzo, a circa 1.600 metri di altitudine, una coltivazione di Genepì: un impianto di 6.600 piantine di Artemisia Mutellina in un terreno di 500 mq nel Comune di Balme. Jacopo Piazzolla, classe 1987, è elettricista. È del ramo anche Matteo Soldera, nato nel 1988 come Massimiliano Liuzzo, orafo. Alessio Moretta e Mattia Palombella hanno ventisette anni: il primo insegna arrampicata al Bside, nota palestra torinese, mentre il secondo, laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie, lavora per Eataly. A chiudere il gruppo il venticinquenne Dario Soldera, laureando in Economia Aziendale. Vivono tra Torino e Venaria e hanno frequentato l’Istituto Avogadro di Torino. Un anno e mezzo fa si sono ritrovati con l’idea di intraprendere una nuova avventura imprenditoriale vicina alla natura e alla montagna per soddisfare il desiderio di «ritornare alla terra».

«Speriamo sarà una forma di guadagno, ma ci interessa anche a livello sociale – spiega Alessio Moretta, voce del gruppo –. Sin da piccoli abbiamo frequentato le montagne che circondano Torino per arrampicare e passeggiare; questi mesi di lavoro ci hanno consentito di riscoprire l’ambiente alpino sotto un nuovo punto di vista, che ci permette di conoscere la montagna in una forma più intima».

Hanno trascorso lo scorso inverno intorno a un tavolo per studiare coltivazione e cicli delle Artemisie alpine, metodi e tecniche per raggiungere un prodotto di alta qualità, adatto alla produzione del Genepì, il liquore che si ottiene dall’infusione degli steli fiorali della pianta. In primavera sono passati al lavoro sul campo per pulire il terreno e procedere con la posa in terra delle piantine, che saranno pronte per la prima raccolta la prossima primavera, dodici mesi dopo l’impianto.

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Al lavoro sul campo di Balme 

«Stiamo definendo meglio il marketing del nostro prodotto per valorizzarlo al meglio – continua Alessio –. Abbiamo preso contatto con alcuni grossisti, privati e rifugi della zona interessati alla nostra idea imprenditoriale. Per ottenere circa un litro di liquore si utilizzano dalle sette alle trenta piantine: il numero aumenta a seconda della qualità desiderata e del tipo di produzione, industriale o casalinga. Metteremo in vendita gli steli essiccati; allo stesso tempo, ci piacerebbe trovare il modo di trasformare il prodotto utilizzando una nostra ricetta, combinando all’artemisia altre erbe aromatiche di nostra produzione. Pensavamo di fare i contadini, ma chi ci vieta di trasformare quest’avventura in una forma di “arte”?».

La coltivazione è partita con un investimento di circa 2.500 euro, ma il Genepì non è che l’inizio di un progetto più ampio: al Pian della Mussa, Alessio e i suoi compagni stanno lavorando un terreno da dedicare ad altre piante aromatiche: una parte è già stata destinata alla coltivazione della stella alpina.

«Sin da piccoli abbiamo accompagnato i nostri nonni e i nostri genitori in alta quota, alla ricerca dei cespugli di Genepì – ricorda Alessio –. L’Artemisia Mutellina è un’erba molto richiesta, ma allo stesso tempo dalla disponibilità limitata. Anche per questo, si vende bene: in media, un chilogrammo di Genepì viene venduto a circa 100 euro».

Un piano di ritorno e valorizzazione dell’agricoltura di montagna, mirato, oltre che alla produzione, alla realizzazione di un progetto di vita: «Abbiamo passato la maggior parte dei nostri anni a contatto con la città, con l’asfalto, con le persone invece che con la natura – conclude Alessio –. Abbiamo cercato qualcosa di nuovo e diverso per evadere dalla nostra routine e recuperare un rapporto con la terra e con l’ambiente che ci circonda. Stare qui, tra i paesaggi delle Valli di Lanzo, ci dà tutt’altra soddisfazione!».

Nell’immagine in evidenza, da sinistra: Massimiliano Liuzzo, Jacopo Piazzolla, Matteo Soldera, Mattia Palombella, Alessio Moretta, Dario Soldera
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